FIAT 500 “TOPOLINO”: l’Italia al volante.

LA NASCITA: “LE VIE DELLA TECNICA SONO INFINITE..”

Era il 1930 quando Benito Mussolini convocò il senatore Giovanni Agnelli e gli comunicò che gli italiani necessitavano di una vettura economica, che non superasse il costo di 5 000 lire.

Per evitare di utilizzare schemi e tecnologie già presenti in altre vetture Fiat, i progettisti dell’ufficio tecnico decisero di affidare l’incarico della progettazione ad Oreste Lardone, già progettista di un prototipo economico per l’Itala.

Fu così che il primo prototipo della “500 – tutto avanti” vide la luce nell’estate del 1931.

La stessa luce si spense poco dopo, perché nel primo giro di collaudo il motore andò in fiamme sulla salita di Cavoretto. Il senatore Agnelli, che era a bordo della vettura, licenziò immediatamente Lardone e vietò ai progettisti di utilizzare nuovamente la trazione anteriore.

 

Nel 1934 Agnelli convocò il direttore tecnico di allora, l’ingegner Antonio Fessia, per una richiesta molto chiara:

“Voglio un’auto piccola”, disse, “da poter vendere a sole cinquemila lire…”.

Fessia restò di stucco: “Ma, Senatore, lei sa benissimo che per contenere nelle 10 mila lire il prezzo della Balilla abbiamo fatto, alla lettera, salti mortali…”.

Tuttavia, sul fatto che la piccola utilitaria sarebbe dovuta costare solo cinquemila lire, Agnelli restò assolutamente irremovibile.

“Le vie della tecnica sono infinite”, ripeteva spesso il Senatore, “e a un bravo ingegnere tutto, o quasi, è possibile…”

(Alberto Bellucci, L’Italia al volante in nome di Topolino, “la Repubblica”, 15 marzo 1986).

 

Il prototipo definitivo fu quindi collaudato nel 1934 e raggiunse, in autostrada, la velocità di 82 km/h. Sarà la prima vettura Fiat priva di strutture in legno a sorreggere la carrozzeria e ad avere la lamiera stampata e poi ripiegata su sé stessa.

 

L’origine del nome e i modelli

La 500 venne popolarmente chiamata Fiat Topolino, ma non fu mai il nome ufficiale del modello, ribattezzata così per via delle sue forme minute, proprio come quelle di un topolino.

 

La 500A

Il 15 giugno 1936 venne messa in vendita la Fiat 500 A con motore tipo 500, quattro cilindri di  569 cm³, valvole laterali e potenza massima di 12 Cv.

La 500 A riuscì ad avere successo nonostante il prezzo di venti volte superiore a quello di un operaio specializzato dell’epoca: 8.900 Lire.

Nacque presto la versione convertibile, con tettuccio in tessuto apribile e numerosissimi furono gli allestimenti fuoriserie creati dai carrozzieri italiani.

 

 

 

La 500B

Nella primavera del 1948 fu presentata la “500 B”, il primo modello del dopoguerra.

Esteticamente molto simile alla precedente, montava un motore con una nuova testata in ghisa con valvole in testa comandate da aste e bilancieri che permisero di raggiungere i 16,5 cavalli e una velocità massima di 95 km/h.

Vennero introdotti la barra trasversale stabilizzatrice posteriore e gli ammortizzatori idraulici sulle quattro ruote. A richiesta poteva essere installato anche il riscaldamento.

Gradita dal pubblico fu la versione “Giardiniera”, sostanzialmente una piccola familiare 4 posti con sedili ribaltabili e portellone posteriore .

 

 

La 500C

Poco dopo fu il turno della 500C.

Montava lo stesso motore della 500B, ma piacque ancora più della precedente grazie al nuovo design che guardava alle linee al  gusto oltreoceano, quasi un antidoto ai brutti ricordi della guerra appena finita.

Venne prodotta anch’essa in versione Giardiniera e Belvedere.

 

 

 

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