Correva l’anno 1956 quando il nostro giovane fondatore acquistò, per circa 120mila lire, pari ai suoi primi quattro mesi di stipendio, la sua Vespa 125. Erano i tempi in cui l’Italia, ancora un po’ ferita, rinasceva e cresceva piena di speranza e di voglia di libertà.
LA VESPA E GLI ANNI ’50
La Vespa nacque nel ’46 e in breve tempo divenne una vera icona di stile. Unico mezzo di locomozione per chi non poteva permettersi un’auto e mezzo prediletto dai giovani che volevano muovere i primi passi verso le “strade del futuro”.
La Vespa era semplice e funzionale: “la più piccola vettura a due ruote”. Perfetta, secondo il suo ideatore Corradino d’Ascanio, per cavalcare il secondo Dopo Guerra italiano e rivoluzionare la mobilità del Belpaese.
Così, nel tempo, Vespa diventa un Brand, uno state of mind. Pensiamo agli slogan, famosi in tutto il mondo, come “Vespizzatevi!” e “Live more Vespa!” (Fonte:www.vespa.com)
ITALIA-INGHILTERRA
No, non stiamo parlando della finale dell’Europeo, ma del mitico viaggio intrapreso da Giorgio nell’ Agosto del 1957, in occasione nel World Scout Jamboree Festival, storico evento che tutt’oggi raduna ogni anno giovani scout da tutto il mondo.
Quell’anno la location era Sutton Coldfield, vicino a Birmingham (Inghilterra) e, pare, che all’evento fece il suo debutto come cantante niente di meno che Paul McCartney, con suo fratello Michael.
Il resto è storia.
Ma torniamo a Giorgio. Il suo fu un viaggio incredibile. Attraversate le fredde Alpi, passando per la Francia e il Belgio, giunse alla Manica per poi approdare sulle selvagge spiagge inglesi.
Percorse circa 3300 Km consumando circa 105 litri di miscela (che hai tempi costava circa 175 Lire/litro) con una spesa totale inferiore a 20mila Lire!
Come facciamo ad avere tutti questi dettagli? Guardare per credere!
Che storia!
CHE FINE HA FATTO LA MITICA VESPA?
Oggi la mitica Vespa è stata accuratamente restaurata, fa bella mostra di sé come cimelio storico, nel nostro centro Revisioni di Chieri.
Giorgio passa, la ammira e sorride, con grande orgoglio, ripensando a quel viaggio.
Non fu l’unico, ma di certo quello che meglio rappresenta la temerarietà e la determinazione che lo hanno portato fin qui.